"Aldebaran (α Tauri) è la stella più brillante della costellazione del Toro. Il suo nome deriva dalla parola araba al-Dabarān, "l'inseguitore"
Aldebaran.
Astrologicamente, Aldebaran era una stella fortunata, che portava ricchezze ed onori. Era, insieme ad Antares, Regolo e Fomalhaut, una delle quattro "stelle reali" dei Persiani dal 3000 a.C."
"Sphrogo nato alla luce di Aldebaran nella terra di Romagna così descritta:
Percorrendo la via pedemontana verso est, lasciatasi da poco alle spalle la turrita Bologna, si giunge dolcemente nel paese di Romagna, meglio se in una solatia giornata di acerba primavera.
La tradizione, ovvero la volontà delle genti del posto, vuole che il confine con la "fredda" Emilia si collochi all’incirca all’altezza del Castello di San Pietro. In effetti oltre alle acque salutari e odorose di questa amena stazione termale, fragranti piadine e corposo Sangiovese danno il loro fragoroso benvenuto al pellegrino viandante.
Caldo e generoso il cuore delle genti di Romagna sempre pronte ed ospitali; calde e generose, pare, le prosperose donne; caldo se non ardente il sangue e le menti dei romagnoli quando prevalgono le passioni.
È infatti nella natura disincantata di questo popolo opporsi a qualunque ordine costituito, spesso con impagabile ironia e saggezza, talvolta con ardore e violenza.
Così, con ogni probabilità secoli di dominazione papale hanno prodotto stuoli di anarco-bombarol-regicidi, social-rivoluzionar-comunisti, anticlerical-fascisti, repubblican-strozzapreti."
Questi scritti nascono dall'influenza di queste due entità

lunedì 9 febbraio 2009

Viaggio nella notte


Non siamo mai arrivati a Huain, nostra meta dall'ultimo post, perchè l'amico mi ha chiamato dicendomi di essere in compagnia del Monaco e che mi aspettava. Abbiamo cambiato direzione e ci siamo diretti a Phitsanulok, città a circa 370 Km nord di Bangkok. Il viaggio si è svolto di notte, in uno scenario irreale, all'orrizonte si vedevano fuochi con fiamme altissime che mi hanno ricordato alcuni film americani sul Vietnam; poi la piccola ragazza thai che ci accompagna mi ha spiegato che erano dei falò fatti dai contadini che bruciavano le sterpaglie delle coltivazione del riso.
Arrivati a Phitsanulok alle prime luci dell'alba abbiamo trovato una città piena di Monaci addetti alla questua del cibo che poi consumano assieme ai loro confratelli prima di mezzogiorno.
L'amico che dovevamo raggiungere ci ha fatto attendere una buona mezzora prima di arrivare con in volto i segni del sonno interrotto dalla mia telefonata.
Ci ha accompagnati in una piccola casa, molto carina, tutta in legno in mezzo alla campagna e piena di zanzare per riposarci in attesa dell'incontro con il Monaco.
Ci siamo adagiati sul pavimento in legno dell'unica stanza della casetta con alcune coperte come giaciglio ed alcuni cuscini per appoggiare il capo; la piccola thai si è subito trovata a suo agio, mentre la scandinava e me stesso abbiamo abbiamo faticato a predere sonno sebbene fossimo stanchi per il viaggio notturno.
Inoltre mi sentivo una certa eccitazione dentro, l'incontro con questo Monaco occupava i miei pensieri, era una sensazione piacevole e nuova per me; nel tardo pomeriggio l'avrei incontrato.
continua..........

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